P.O.F. – Casa dei Bambini Il Sassolino

Il Sassolino

1. OBIETTIVI GENERALI

Favorire la formazione “olistica” del bambino, ovvero: aiutare ciascun bambino a conquistare sicurezza personale e capacità di scelta, a sviluppare la capacità di concentrarsi, il senso di responsabilità e il controllo dei propri gesti e delle proprie pulsioni; risolvendo positivamente i conflitti; la capacità di collaborare, di progettare e di portare a termine ogni attività intrapresa e di interessarsi gradualmente a tutte le proposte della Scuola al fine di sviluppare al massimo le proprie potenzialità

2. STILE E STRUMENTI DELLA PROPOSTA EDUCATIVA

1. LA LIBERA SCELTA DELLE ATTIVITA’

Partendo dalla constatazione che lo sviluppo dell’individuo muove dall’interno verso l’esterno e che ciascuno ha competenze e potenzialità sue proprie ed uniche, nella nostra Casa dei Bambini la maggior parte delle attività non è proposta dall’educatrice al gruppo classe, ma viene offerta alla libera scelta di ogni bambino.

L’educatrice allestisce infatti l’ambiente in modo che ciascuno possa scegliere ciò che in quel momento più gli corrisponde, ciò che in quel periodo maggiormente lo interessa, ciò che istintivamente cattura la sua attenzione.Tutto, dai libri agli strumenti per tracciare segni, dall’acqua ai materiali per l’esplorazione sensoriale, dagli utensili per la cura dell’ambiente ai materiali per un primo approccio al mondo della matematica e del linguaggio scritto, tutto è a disposizione dei bambini, disposto su mobili bassi e facilmente accessibili.

L’educatrice fa alcune proposte e, soprattutto in principio, presenta con gesti calmi l’uso di oggetti e strumenti, e pone in modo chiaro poche e semplici regole, lo spazio di libertà entro cui ciascuno può agire; ma poi ogni bambino è libero di scegliere cosa fare, di svolgere un’attività per ore o per pochi minuti, a terra o su un tavolino, da solo o con il compagno del cuore.

Il motore del tutto è il piacere di agire del singolo, le risposte individuali alla “voce delle cose”.

E quando il bambino può agire in base a scelte proprie, si appassiona, si concentra, spesso ripete più volte ciò che sta facendo e mentre sperimenta questo o quello impara molto. La concentrazione intensa è il segnale del suo lavoro mentale, il cui frutto è un apprendimento non superficiale, quello che ciascuno di noi sperimenta quando lavora su qualcosa che sente corrispondere in profondità a se stesso, ai suoi interessi, alle sue priorità.

Riteniamo centrale il bisogno di autonomia di ogni bambino, intendendo per autonomia quell’ “aiutami a fare da solo” che troviamo nel pensiero di Maria Montessori. “Aiutami” significa che i bambini hanno bisogno dell’adulto, perché da soli non possono vivere e che l’educazione è quindi dialogo, interazione. “A fare da solo” sottolinea che apprendere è un verbo attivo, che la mano ed il movimento sono il punto di partenza di ogni costruzione dell’intelligenza e che “ogni aiuto inutile è un ostacolo allo sviluppo”, poiché porta alla passività dell’altro.

2. LE ATTIVITA’ OFFERTE ALLA LIBERA SCELTA DEI BAMBINI

L’educatrice allestisce l’ambiente in modo da offrire a ciascun bambino un ampio ventaglio di attività in cui sperimentarsi.

Alcuni materiali sono presenti sin dall’inizio dell’anno scolastico, altri si aggiungono via via, sulla base dell’osservazione dei bisogni, degli interessi e delle capacità dei bambini, nonché sulla base del progressivo svilupparsi delle loro capacità di autogestione. Non è dunque possibile fornirne un elenco esaustivo poiché l’offerta varia in relazione alle caratteristiche uniche di ciascun gruppo di bambini.

Ecco tuttavia alcuni ambiti di riferimento, attorno ai quali l’educatrice organizza la molteplicità delle esperienze.

2.1 La vita pratica

Intendiamo per attività di vita pratica esperienze molto concrete che danno al bambino la possibilità di afferrare, manipolare, stringere, aprire, avvitare, incastrare, versare…

Si tratta inizialmente di attività di cura dell’ambiente e della persona, come lavare o spazzare o pettinare, attività che procurano ai bambini un piacere sempre rinnovato, poiché si tratta di azioni accessibili, vicine alla vita di casa e con quel carattere ripetitivo che tanto corrisponde ai piccoli di questa età.

Lasciare che il bambino usi le cose della vita quotidiana può offrirgli l’occasione di sperimentare e di imparare ad usare con attenzione ogni oggetto dell’ambiente, promuovendo così un graduale sviluppo della sua manualità. Non si tratta di fargli fare esercizi per renderlo bravo a fare le cose, ma di consentirgli di sperimentarsi capace in attività che promuovono l’autonomia e la fiducia in se stesso. Lasciargli vivere il piacere di fare le cose semplici di tutti i giorni, di ripetere gesti ed azioni visti fare da mamma e papà costituisce inoltre per lui una possibilità di identificazione con i suoi genitori. Si promuove anche un senso di cura dell’ambiente, fondamentale per l’avviarsi di una mentalità ecologica.

Via via che divengono abili manualmente grazie alle esperienze fatte, i bimbi accedono con piacere a molteplici attività costruttive: piegare, tagliare, infilare, incollare, intrecciare, tessere, martellare, cucinare…; tanti modi diversi di inventare, progettare, realizzare.

2.2 Il materiale sensoriale

Si tratta di materiali strutturati che i bambini esplorano ripetutamente, affinando così le proprie percezioni sensoriali e mettendo a fuoco in maniera via via più precisa ed astratta le qualità sensoriali delle cose: colori, forme, dimensioni, sonorità, rugosità, peso, calore…

2.3 Gli strumenti grafici ed espressivi

Ampia è la varietà di strumenti grafici ed espressivi cui i bambini possono accedere, sperimentandoli liberamente: matite, acquarelli, tempere, colori a cera e a olio, pasta di sale, creta…

2.4 Gli aiuti al linguaggio parlato e scritto

Si tratta innanzitutto di giochi verbali come filastrocche, poesie, rime che tanto piacciono ai bambini piccoli.

Nella classe sono poi a disposizione libri scelti con cura in base al contenuto, alla forma espressiva ed all’accuratezza grafica; essi vengono periodicamente sostituiti in base alla crescita dei bimbi ed all’osservazione dell’uso che essi ne fanno.

Sono presenti anche numerose “nomenclature classificate” che arricchiscono il lessico dei bambini e li aiutano in quel lavoro di classificazione della complessità del reale che è caratteristico di quest’età.

Vengono inoltre offerti ai bambini altri materiali che li avvicinano alla lettura ed alla scrittura: le lettere smerigliate, l’alfabetario mobile, gli incastri del disegno…

2.5 I materiali dell’area logico-matematica

Si tratta di materiali a base sensoriale che consentono un primo approccio al mondo dei numeri e delle forme geometriche bidimensionali e tridimensionali: le aste della numerazione, i fuselli, i solidi geometrici…

2.6 L’attenzione al mondo vivente

Piantine da coltivare, alcuni ortaggi da far crescere, l’osservazione degli eventi climatici, i globi che riproducono la superficie terrestre offrendola ad un primo approccio sensoriale…. Molto di ciò che siamo nel corso della vita è radicato nelle lontane e profonde esperienze infantili: per questo è importante avvicinare i bambini alla natura, alla Terra con rispetto e con sensibilità, coltivando la capacità di osservare e di meravigliarsi.

2.7 Il gioco simbolico

Uno spazio in cui rintanarsi, dei travestimenti, l’angolo della casetta, il tappeto con le costruzioni… Altre possibilità per esplorare il mondo dei grandi, per identificarsi con la mamma o con il papà, per rivivere ed affrontare emozioni più o meno piacevoli.….

Accanto alla prevalenza di attività scelte liberamente dai bambini, il ritmo della giornata sarà scandito anche da momenti di gruppo per attività di movimento, canzoni, racconti e semplici danze in cerchio.

3. LIMITI CHIARI

Favorire nei bambini l’ascolto di sé ed il rispetto dei propri tempi e delle proprie modalità di apprendimento non significa in alcun modo non porre loro dei limiti.

Tutti i bambini hanno bisogno di potersi muovere liberamente, certo, ma entro uno spazio di libertà, entro confini chiari e precisi che sono assolutamente necessari perché li fanno sentire protetti, al sicuro, in definitiva li fanno stare bene.

Nella nostra Casa dei Bambini l’educatrice pone pertanto, con calma ma con fermezza, alcune regole, affinché ogni bambino impari ad assumersi la responsabilità delle proprie scelte e maturi un profondo rispetto nei confronti degli altri e dell’ambiente che è di tutti. Se si comincia un lavoro, ci si impegna per terminarlo; se si ha finito di usare un materiale, lo si rimette al suo posto perché possa essere a disposizione degli altri; non si interrompe il gioco di un altro bambino, né lo si disturba se è concentrato….

Per i bambini è importante sapere che l’educatrice è consapevole del fatto che i limiti posti a volte non piacciono e che ritiene legittimo che essi esprimano le proprie emozioni, brontolando o piangendo. Tuttavia i limiti restano fermi: non svaniscono con le proteste, né con i pianti. I bambini hanno bisogno di confini per crescere in pace e se l’educatrice li indica in maniera chiara e rispettosa il vantaggio è di tutti. Naturalmente tutto ciò all’interno di un percorso, che per ogni bambino ha tempi diversi.

4. EDUCATRICI

Nella nostra Casa dei Bambini il primo compito dell’educatrice è quello di preparare accuratamente spazi e materiali, consentendo ad ogni bambino di sperimentare la libertà entro confini protettivi. Siamo infatti convinti che quando un bambino si impegna in un’attività che ritiene significativa e vi si concentra sente un profondo benessere interiore, impara molto e a poco a poco rivela le sue potenzialità, la sua originalità.

Ma perché questo accada non basta un ambiente preparato né la chiarezza delle regole: determinante è l’atteggiamento dell’educatrice nei confronti di ciascun bambino. E’ importante che l’educatrice cerchi di stabilire con ciascuno una relazione il più possibile autentica, che sappia accogliere ogni bambino con i suoi sentimenti, le sue capacità ed i suoi limiti; che riconosca e promuova l’originalità di ciascuno, che abbia fiducia che ognuno con i suoi tempi e le sue strade crescerà, imparerà, diventerà migliore. Solo sentendo su di sé questo sguardo il bambino può esprimere senza timore le proprie emozioni, scegliere liberamente e sempre più sprofondarsi in ciò che sta facendo.

E allora l’arte dell’educatrice consisterà nell’osservarne il percorso di crescita, nel saperne cogliere i bisogni profondi e le crescenti capacità per mettergli a disposizione ciò che in quel momento gli può essere utile; consisterà nel saper intuire quando può essere pronto per questo o quel materiale e nel presentargliene l’uso, nel proteggere i suoi preziosi momenti di concentrazione; consisterà nel sapergli stare vicino perché possa poi agire da solo in modo per sé soddisfacente, nel variare e calibrare le proposte perché non si spenga il suo piacere di fare e di imparare…

Il compito dell’educatrice è veramente importante e delicato: per questo la nostra Casa dei Bambini garantisce all’educatrice periodici incontri di supervisione con formatori esperti e si pone nell’ottica di una formazione permanente del personale.

5. PERCORSI DI PACE

Quando un bambino vive in sintonia con se stesso, quando si sente a proprio agio in un ambiente calmo ed operoso, quando può crescere nutrendo la sua “mente assorbente” e seguendo le spinte dei “periodi sensitivi” dello sviluppo, allora spontaneamente si apre agli altri.

Quando sente che l’educatrice lo ascolta, lo rispetta, lo apprezza nella sua originalità e fa lo stesso con tutti gli altri bambini, allora fa suoi atteggiamenti di ascolto e di rispetto nei confronti degli altri.

Quando non deve continuamente difendersi dal compagno che può entrare a proprio piacere nel suo gioco, quando non deve continuamente accelerare o rallentare per stare al passo con gli altri, quando i suoi lavori non sono continuamente messi a confronto, a parole o con i fatti, con quelli dei coetanei, quando non gli è richiesto di gareggiare con i compagni, allora nasce e cresce in lui il piacere di stare con gli altri.

Sarà grazie agli oggetti messi a disposizione che i bambini potranno fare numerose scoperte non solo di natura sensoriale e manuale, ma anche affettiva e relazionale. Impareranno quindi tra di loro e questa ricchezza di scambi non nascerà dalla formazione di gruppi da parte dell’adulto, ma dalla possibilità che i bambini hanno di fare incontri attraverso le cose. Anche per questo i bimbi non vengono divisi per età, tantomeno per capacità: ognuno sceglie l’amico o il compagno di gioco secondo onde emotive che all’adulto possono sfuggire e che vanno rispettate.

E’ così che nella classe potranno moltiplicarsi gli scambi e le relazioni e potrà maturare via via il senso di appartenenza ad una comunità. Una comunità dove tutti sono diversi e proprio a partire da questa diversità possono arricchirsi l’un l’altro: non sono parole, è ciò che i bambini sperimentano ogni giorno.

6. EDUCAZIONE RELIGIOSA

Il progetto, data la peculiarità del periodo dell’ambientamento, prende avvio dal mese di novembre.

Osservazione del bambino tesa a dare risposte adeguate ai suoi bisogni: anche l’educazione religiosa si fonda su questi principi, nel rispetto delle particolari caratteristiche della personalità in formazione dei bambini di questa età.

L’adulto ha la funzione di osservare, proporre e, in questo caso di raccontare ai bambini la storia di Gesù di Nazareth, conducendoli in un “viaggio” nella Palestina di 2000 anni fa, descrivendo i luoghi, le persone che lo incontrano e vivono con lui ed alcuni momenti particolarmente significativi, ricchi, importanti della sua esistenza.

Quando i bambini sollevano considerazioni e domande, a seconda del tipo e delle “caratteristiche” di tali domande la maestra dà risposte personali (dicendo, per esempio. “io credo in questa cosa…”) ma, al tempo stesso, invita il bambino a chiedere anche a mamma e papà, affinché ogni famiglia coerentemente porti avanti, se lo desidera, la propria convinzione o fede.

 7. CLOSLIEU STERN

Un praticien formato secondo gli studi di Arno Stern accompagna i bambini nel “gioco del dipingere”. Lo fa senza insegnare a disegnare, senza valutare o interpretare. Si appendono i fogli al muro e chi vuole partecipare può servirsi di una tavolozza comune con diciotto colori per esprimersi liberamente. Durante questo tempo, l’operatrice fa in modo che tutto sia in ordine e funzionale e si adopera per proteggere la concentrazione di ognuno senza dimenticare il clima del gruppo. Closlieu significa rifugio. “Rifugio da che cosa? Innanzitutto dallo sguardo pieno di attesa degli adulti. Ecco il motivo per cui i dipinti non escono mai dal closlieu: non vengono portati a casa; non vengono esposti in mostre; non vengono valutati o giudicati. L’attività del dipingere inizia e finisce nel piacere del fare, esattamente come accade con il gioco. Senza questa protezione, senza questa assenza di giudizio e di attesa, difficilmente il bambino arriva a giocare con i colori e le forme: l’ansia di produrre qualcosa di bello, di adatto, di consono a quanto ha imparato a scuola o desiderano i genitori, mina alle fondamenta la libertà necessaria all’espressione.”

8. APPRENDIMENTO MUSICALE GORDON

La Music Learning Theory, ideata da Edwin E. Gordon, descrive la modalità di apprendimento musicale del bambino a partire dall’età neonatale e si fonda sul presupposto che la musica si possa apprendere secondo processi analoghi a quelli con cui si apprende il linguaggio. Si è sviluppata così una metodologia che ne applica i principi, portando diverse e sostanziali novità nel campo dell’educazione musicale. Ha come obiettivo principale quello di favorire lo sviluppo dell’attitudine musicale di ciascun bambino secondo le sue potenzialità, le sue modalità e soprattutto i suoi tempi. La didattica basata sulla MLT promuove come competenza fondamentale l’Audiation, definita “Capacità di sentire e comprendere nella propria mente musica non fisicamente presente nell’ambiente”. La capacità di Audiation, vero e proprio “pensiero musicale”, è indispensabile per comprendere la sintassi musicale, sia nella produzione che nell’ascolto, per sviluppare una buona lettura musicale e per improvvisare musicalmente. L’adulto competente musicalmente guida informalmente il bambino all’apprendimento musicale, attraverso l’esempio diretto, il gioco e il movimento. Il concetto di “guida informale” richiama quello montessoriano di “educazione indiretta”. L’adulto comunica con il bambino attraverso canti melodici e ritmici senza parole e pattern tonali e ritmici, ascoltando le risposte musicali spontanee del bambino, rispecchiandole e contestualizzandole nella sintassi musicale. Il movimento libero, percettivo ed euristico del bambino viene favorito e rispecchiato attraverso l’esempio diretto dell’insegnante.

9. LABORATORIO DI LINGUA INGLESE

La finalità della proposta è quella di dare ai bambini la possibilità di familiarizzare con la lingua straniera, avvalendosi di strumenti quali giochi, canzoni e attività che, utilizzando le diverse modalità di apprendimento tipiche del bambino, gli consentano di acquisirne in maniera giocosa elementi fondamentali. L’approccio utilizzato si basa sull’apprendimento multisensoriale, sul gioco e sull’azione.

Si ricorre quindi a rime e filastrocche, che vengono ascoltate e ripetute, favorendo così l’acquisizione di pronuncia e intonazione corrette. Attraverso attività che coinvolgono la corporeità, drammatizzazioni e giochi di ruolo si facilita la partecipazione attiva dei bambini.

Anche il ricorso alla musica è di grande aiuto per i bambini della scuola dell’infanzia nel favorire l’apprendimento della seconda lingua e, insieme alla danza e al canto, contribuisce a migliorare anche il rapporto con il proprio corpo, in un’ottica di crescita più ampia e globale.

Tra i riferimenti metodologici citiamo il Total Physical Response di Asher, che basa il suo metodo sulla comprensione orale (l’apprendimento di L2 è parallelo a quello di L1) e sulla rimozione di tutte le situazioni che possono creare ansia. Si dà inoltre molta importanza al fatto che il bambino sia attivo, perché l’acquisizione del linguaggio fa parte di un’esperienza di apprendimento complessiva.

Come supporto alle attività da svolgere, ci si avvale dei suggerimenti proposti da due autori di fama internazionale, esperti nell’insegnamento dell’inglese nella scuola dell’infanzia e primaria, Günter Gerngross e Herbert Puchta, che fanno riferimento ai più recenti sviluppi della psicologia cognitiva (e in particolare alle intelligenze multiple di Howard Gardner) e della programmazione neurolinguistica.

10. YOGA E GIOCHI MOTORI

Lo scopo dello Yoga è portare l’individuo a realizzare al meglio il proprio potenziale d’essere umano, in un accordo armonioso di corpo, mente e spirito. Con la loro naturale flessibilità e senso dell’equilibrio, i bambini hanno più facilità degli adulti nell’assumere le posizioni e sono in grado di compiere rapidi progressi.

Anche l’insegnamento della respirazione profonda è fondamentale, poiché stimola la circolazione, ossigena il cervello e reintegra le energie. Eseguendo regolarmente gli esercizi impareranno a fare meglio molte cose: correre, saltare, nuotare ecc. Inoltre da questa disciplina essi imparano a concentrarsi, a educare i propri istinti.

I bambini sono incoraggiati ad esplorare la sensazione di movimento attraverso l’imitazione: possono figurarsi di essere una rana saltellante, una freccia veloce, un serpente incantato o una albero robusto che cresce nella foresta. Nell’imitare questi elementi, sono in grado di raggiungere una concentrazione che li porta a diventare una cosa sola con l’oggetto e, senza accorgersi, usano tutti i muscoli chiave del loro corpo. Ciò che riesce difficile oggi sarà più facile superarlo domani e così, con pazienza, imparano ad acquistare fiducia in se stessi e nelle loro capacità.

Le asana dello yoga e gli esercizi di respirazione vengono integrati anche da giochi di tipo psicomotorio (es: percorsi che prevedano salto, rotolamento, strisciamento…) oltre che dai tradizionali esercizi montessoriani di movimento proposti nell’ambito di vita pratica, legati all’equilibrio e al coordinamento.

11. EDUCAZIONE ALIMENTARE

La mensa della Casa dei Bambini è stata impostata in modo da costituire il completamento “naturale” della particolare offerta educativa di questa scuola. Naturale è stata quindi la scelta del menù, delle ricette, degli alimenti: tutto proveniente da agricoltura biologica e da produzioni locali, ove possibile. Questo offre la possibilità di affrontare con i bambini le tematiche che riguardano l’educazione alimentare e l’educazione al gusto. Arricchisce inoltre l’offerta nell’ambito dell’educazione cosmica, che conduce alla conoscenza del rapporto di interdipendenza esistente fra tutti gli esseri.

Il P.O.F. completo viene distribuito alle famiglie all’inizio dell’anno scolastico; per informazioni contattare la Segreteria al n. 334/5998874.