Agli inizi del mese i bambini del Sassolino hanno provato l’emozione della loro prima gita scolastica! Si è presentata infatti la possibilità di vedere come si effettua la raccolta delle olive e, successivamente, hanno assistito anche alla loro trasformazione da frutto in olio, all’interno di un oleificio. La mattina è cominciata all’insegna di nuvoloni grigi e aria pungente; poi, fortunatamente, è apparso il sole. La posizione del campo, adagiato sulle sponde di Manerba, ci ha fornito una splendida visuale del Monte Baldo imbiancato dalla neve. I bambini sono stati coinvolti nel posizionamento della rete (a forma di braga) ai piedi delle piante, hanno osservato la sgranatura dei rami effettuata con un pettine e hanno visto in azione uno scuotitore, cioè un agevolatore meccanico che, muovendosi fra i rami, favorisce la caduta delle olive nel telo (senza danneggiare l’albero) e, grazie al suo manico telescopico, permette di raggiungere anche la cima della pianta. Alla fine le olive, versate dalla rete nelle cassette, sono state portate al vicino oleificio (o frantoio oleario) di San Felice del Benaco, uno dei centri nel quale si produce il rinomato olio del Garda (e dove ci è stato spiegato tutto con grande gentilezza). L’ambiente era grande e colpiva il forte rumore prodotto dai macchinari in azione. I bambini hanno ossservato il percorso delle nostre olive, che sono state dapprima rovesciate in una buca; da lì, dopo aver subíto deramificazione e defogliamento, un nastro trasportatore le ha portate al lavaggio. Sono quindi entrate nel frangitore, che serve a rompere in breve tempo la polpa delle olive (frangitura, un tipo di molitura meccanica) e a versare la pasta così ottenuta nelle vasche gramolatrici; salendo uno alla volta su una scaletta di legno, i bambini hanno sbirciato dietro al vetro le pale rotanti in azione, mentre rimescolavano l’impasto (gramolatura). In questa fase si diffondeva un buon profumo nell’aria! Qui, per esigenze di tempo, abbiamo lasciato le ‘nostre’ olive ma abbiamo proseguito nell’osservazione delle lavorazioni successive, che prevedono l’estrazione vera e propria dell’olio, mediante centrifugazione in un macchinario detto decanter (che separa il mosto d’olio dalla sansa, cioè dagli scarti) e successiva centrifugazione verticale (nel separatore centrifugo) che serve a separare ulteriormente l’olio dall’acqua. Qui terminano le fasi della lavorazione; l’olio a questo punto si presenta torbido, e illimpidisce stando a riposo nelle grandi botti d’acciaio oppure, per l’uso immediato, si ricorre ad un filtro a cartoni… All’esterno dell’oleificio vi sono delle grandi vasche per la lavorazione degli scarti di produzione; è stato interessante sapere come i nocciolini di sansa diventino un combustibile ecologico, noto come pellet di sansa (tre chili del quale scaldano come un chilo di gasolio). A questo punto si è conclusa anche la nostra gita, e il sole ha rallegrato il viaggio di ritorno…
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